Le imprese lecchesi promuovono il nucleare: “È la soluzione”


Il messaggio arriva chiaro e forte dalle imprese associate a Confapi Lecco Sondrio in tema di energia: l’86% delle intervistate vuole il nucleare nel nostro Paese e l’88% chiede a gran voce la creazione di un mercato unico dell’energia europeo. Questi i dati più rilevanti emersi dall’indagine “Energia e imprese” realizzata dal Centro Studi di Confapi Lombardia, che ha coinvolto circa un centinaio di aziende associate delle province di Lecco e Sondrio.

Lo studio arriva in un momento cruciale per il Paese, con il governo che sta per discutere in Consiglio dei Ministri il disegno di legge delega sul nucleare, puntando a costruire centrali di nuova generazione per garantire sicurezza energetica al sistema Italia.

Lo tsunami energetico post-Covid

La crisi energetica del periodo post-pandemia ha portato all’attenzione di tutti il problema energetico, non solo per le imprese ma anche per le famiglie. I prezzi alle stelle dell’energia sono diventati una componente di costo fondamentale per le PMI. Per il 64% delle aziende intervistate, infatti, i costi dell’energia sono assorbiti dalla produzione.

Per cercare di ottimizzare i consumi, sette aziende su dieci hanno adottato negli ultimi anni soluzioni per la riduzione dei consumi energetici, tre su dieci hanno installato contatori intelligenti per monitorare i consumi, mentre solo il 25% utilizza software o altri strumenti dedicati a questo tema. L’obiettivo finale di queste scelte è, naturalmente, ridurre i costi.

Rinnovabili: interesse alto ma ostacoli burocratici

Nel corso degli ultimi anni, il Governo ha cercato di incentivare l’utilizzo di fonti rinnovabili in ambito energetico. Questi incentivi hanno suscitato l’interesse di più dell’80% delle aziende, che hanno considerato la possibilità di installare impianti dedicati. Tuttavia, solo il 47% di queste ha effettivamente realizzato l’investimento.

I principali ostacoli all’adozione di queste tecnologie sono rappresentati dai tempi lunghi e dalla burocrazia che frenano gli investimenti: il 53% delle imprese ha dichiarato che il tempo necessario per progettare, ottenere i permessi, installare e attivare un impianto fotovoltaico va da sei mesi a un anno, mentre per il 29% supera addirittura l’anno. Il 76% delle aziende, inoltre, reputa eccessiva la burocrazia nella fase gestionale degli impianti.

Anche l’incentivo “Energy Release”, pensato per sostenere le imprese sul fronte energetico, risulta poco utilizzato: solo tre aziende su dieci ne hanno beneficiato.

Il nucleare come soluzione strategica

Di fronte a questo scenario, le imprese del territorio hanno espresso una posizione sorprendentemente netta riguardo al nucleare: l’86% degli imprenditori vuole un impianto nucleare in Italia per rendere il nostro Paese autonomo a livello energetico, ridurre i costi per imprese e famiglie, e soprattutto aumentare sensibilmente la competitività delle imprese a livello internazionale.

Interrogate sulla possibilità di proporre un nuovo referendum sul nucleare, come avvenne nel 1987 e nel 2011, l’85% delle aziende si è dichiarata contraria, ritenendo che si tratti di un argomento altamente strategico che dovrebbe essere delegato a tecnici esperti piuttosto che sottoposto a consultazione popolare.

Le imprese ritengono che il nucleare rappresenterebbe una valida alternativa alle fonti rinnovabili (secondo l’82% degli intervistati) e consentirebbe all’Italia di guadagnare quell’autonomia energetica che attualmente manca (92%). Resta parzialmente aperto il tema della sicurezza, che preoccupa circa il 18% delle aziende.

Un mercato europeo unico per l’energia

Un altro dato significativo emerso dall’indagine è che l’88% delle imprese del territorio di Lecco e Sondrio è favorevole alla creazione di un mercato europeo unico dell’energia, con le medesime condizioni per tutti. Questo permetterebbe di rafforzare le istituzioni europee rispetto alle altre potenze mondiali (52%) e di risolvere il problema dei prezzi incontrollabili dell’energia (48%).

Il 72% delle aziende ritiene ingiusto che uno stesso produttore di energia elettrica possa applicare tariffe differenti a seconda del Paese europeo in cui opera, creando distorsioni di mercato e penalizzando la competitività delle imprese italiane.

La posizione di Confapi Lecco Sondrio

“I dati emersi dal nostro ultimo report confermano una situazione che denunciamo da tempo: il costo dell’energia continua a pesare in modo insostenibile sulle nostre PMI, mettendo a rischio la loro competitività e il futuro del nostro tessuto produttivo”, spiega Enrico Vavassori, presidente di Confapi Lecco Sondrio.

“Le imprese non possono più essere lasciate sole di fronte a un mercato energetico squilibrato, dove il prezzo dell’energia cambia da paese a paese e dove le aziende italiane subiscono una concorrenza sleale. Inoltre, la transizione energetica è un obiettivo necessario, ma oggi si scontra con una burocrazia che frena gli investimenti. Il 76% delle aziende che ha installato impianti rinnovabili deve affrontare difficoltà gestionali e autorizzative, mentre i tempi per ottenere permessi restano inaccettabili. Se vogliamo davvero accelerare sulle fonti ‘green’ servono regole più semplici e incentivi concreti”, aggiunge Vavassori.

“Il dibattito sul nucleare, infine, non può restare ancorato a posizioni ideologiche. L’86% delle nostre imprese ritiene che il nucleare possa garantire una maggiore autonomia energetica all’Italia e migliorare la nostra competitività industriale. È ora di affrontare il tema con pragmatismo basandoci su dati concreti, non su paure ereditate dal passato”, conclude il presidente di Confapi Lecco Sondrio.



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