L’export dell’Umbria continua a crescere e chiude il 2024 con un fatturato di 5,9 miliardi di euro, e dunque con un incremento del 5,3% rispetto all’anno precedente. Un risultato che si pone in controtendenza rispetto al calo dello 0,4% registrato a livello nazionale. È quanto emerge dall’ultima ricerca condotta da Elisabetta Tondini e Mauro Casavecchia dell’Agenzia Umbria Ricerche, che evidenzia il ruolo trainante del settore alimentare e della moda, in particolare per l’abbigliamento in pelle.
Se la domanda estera ha premiato anche la metallurgia e il comparto dei mezzi di trasporto, la principale destinazione dell’export umbro si conferma la Germania, seguita dagli Stati Uniti, che nel 2024 hanno assorbito il 12,4% delle vendite regionali, con un aumento del 9,8% rispetto all’anno precedente. Un dato in netta controtendenza con il -3,6% registrato dall’Italia verso il mercato americano.
Ma sull’export umbro si allunga l’ombra dei dazi. La reintroduzione di tariffe del 25% su acciaio e alluminio, voluta dall’amministrazione Trump per riequilibrare la bilancia commerciale con l’Europa, colpisce direttamente alcuni settori chiave dell’economia regionale. Metallurgia, macchinari e mezzi di trasporto, che da soli valgono metà del fatturato umbro negli Usa, potrebbero subire contraccolpi significativi.
A destare ulteriore preoccupazione è l’annuncio di nuovi dazi al 200% sui vini e sugli alcolici europei, un provvedimento che penalizzerebbe anche l’Umbria, dove l’export di queste categorie negli Stati Uniti vale oltre 13 milioni di euro.
L’incertezza sui rapporti commerciali tra Washington e Bruxelles rischia così di rallentare la crescita di un sistema produttivo basato su piccole e medie imprese. Per molte aziende umbre, l’export verso gli Usa è una risorsa strategica. L’escalation dei dazi potrebbe metterlo a rischio.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link