Agrinsieme (sigla sotto la quale si uniscono le aziende di Cia, Confagricoltura e Copagri, insieme alle imprese delle centrali della Cooperazione Agci Agrital, Fedagri Confcooperative e Legacoop agroalimentare), lancia l’ennesimo allarme sul disciplinare di produzione del formaggio più famoso e venduto in Sardegna che potrebbe sempre più aprire le porte al latte munto da pecore “esotiche”, israeliane e francesi soprattutto, cresciute in allevamenti intensivi senza quindi alcun legame con i pascoli sardi.
Nel disciplinare del Consorzio di tutela l’obbligo di avvalersi solo di animali di razza sarda non è stato inserito e per allevatori e imprese di Agrinsieme potrebbe essere l’inizio del disastro.
«Produrre Romano Dop con latte che non ha alcun legame con pascoli dell’isola ne svilirebbe la qualità e spalancherebbe le porte a prodotti contraffatti sempre più pericolosi, soprattutto ora che i dazi minacciati da Trump possono rendere le importazioni di Romano all’estero meno convenienti», spiega l’associazione.
Da qui l’appello di Agrinsieme alla Regione: «L’assessore all’Agricoltura accolga il nostro appello e faccia pressing sul Ministero affinché il Consorzio di tutela adotti l’obbligo sulle razze, altrimenti mettiamo a rischio il futuro di un prodotto fondamentale per l’economia regionale».
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