Il presidente esecutivo Tiraboschi: «Continuiamo a investire, quando si ha la tecnologia giusta il mercato ti premia»
Brembo resiste ai venti che squassano l’automotive e aspetta l’arrivo di un miglioramento nella seconda parte dell’anno, puntando tutto sugli investimenti. La guidance «trasparente» sul 2025 — dove si ipotizza un -5% sui ricavi, quando quest’anno si sono attestati a 3,840 miliardi di euro (-0,2%, +0,1% a cambi costanti) — non è piaciuta al mercato che ha penalizzato il titolo in Borsa: -15.1% a 8,6 euro. Ciononostante il big dei sistemi frenanti conferma il dividendo a primavera (0,30 euro).
«Nonostante lo scenario complesso, Brembo ha continuato a investire. L’acquisizione del leader delle sospensioni Öhlins è stata la più importante operazione nella storia di Brembo e rafforza la nostra posizione sul mercato. L’accordo tecnologico con Michelin ci vede al lavoro per rivoluzionare le prestazioni dei veicoli e offrire più alti standard di sicurezza e comfort. Con il nuovo sito in Thailandia già operativo da quest’anno abbiamo esteso la presenza industriale globale del gruppo», commenta il presidente esecutivo Matteo Tiraboschi. «Sul 2025 — dice a proposito della guidance — forse pecchiamo di un eccesso di prudenza, ma con la confusione in Ue sui cambi tecnologici nell’auto e con i dazi Usa abbiamo preferito dare un’indicazione conservativa ed evitare di creare aspettative».
Ottimismo sul 2025
Il business auto è cresciuto dell’1,4% grazie anche ai ricambi, stabile quello dei motocicli e negativi quello commerciale e competizioni. Le vendite decrescono in Nord America (-3,9%) ed Europa (Italia -6,5%, Francia -2%, Germania -0,2%) tranne che nel Regno Unito (+13%) mentre salgono in Asia (India +10%, Cina +7,7%, Giappone +37,90). Il margine operativo lordo è sostanzialmente stabile (661,1 milioni). L’indebitamento finanziario netto invece si attesta a 360,4 milioni (-94,4 milioni). Tiraboschi è ottimista: «Continuiamo a investire, quando si ha la tecnologia giusta il mercato ti premia, come era successo nel 2008-09 quando abbiamo rilanciato gli investimenti in piena crisi. Il Far East è l’area che per noi cresce di più, un terzo della produzione automotive globale avviene in Asia ed è inevitabile giocarsi lì una parte importante dei nostri risultati».
18 marzo 2025
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