Un contributo fino a 100mila euro per trasferirsi in una località di montagna lontana dal trantran dei centri urbani. Per chi è alla ricerca di una svolta e non disdegna una vita immersa nella quiete delle valli del Trentino, la Provincia autonoma di Trento mette a disposizione delle risorse a fondo perduto a sostegno delle spese di ristrutturazione e di acquisto di immobili in 33 paesi alle prese con lo spopolamento.
Si tratta di comunità che da anni devono far fronte alla crisi demografica, con percentuali che nell’ultimo decennio vanno dallo 0,3% al 20% di residenti in meno, e in cui cresce il numero di abitazioni abbandonate.
I 33 paesi
“Stiamo parlando di comuni ‘marginali’ molto piccoli, in cui l’immissione di soli cinque nuovi gruppi familiari cambia la vita di un paese”, spiega al Corriere della Sera la dirigente provinciale dell’unità di missione, Ileana Olivo.
In attesa che il provvedimento di coesione sociale venga sottoposto al Consiglio delle autonomie locali e della commissione competente del Consiglio provinciale per l’approvazione definitiva, l’elenco delle località interessate dal piano rimane provvisorio.
Ma a fare la lista sono i dati dell’indice di decremento demografico combinati con i numeri di indicatore composito di “turisticità”, che analizza il flusso di visitatori in questi territori in rapporto alla popolazione.
Tra i 33 paesi interessati dallo stanziamento di 10 milioni di euro per il recupero dovrebbero risultate quindi alcuni comuni della Val di Non, come Bresimo e Livo, della Val di Sole, come Rabbi e Vermiglio, o Terragnolo in Vallagarina.
Nella preselezione della Provincia autonoma anche le località sciistiche di Valfloriana e Campitello di Fassa, nella valli di Fiemme e Fassa e di Tre Ville, Bondone e Borgo Chiese, nella comunità delle Giudicarie.
Poi Luserna, nella Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri e a pochi chilometri da San Martino di Castrozza, nella Valle del Primiero, Sagron Mis, Mezzano e Canal San Bovo.
Più vicini a Trento i comuni di Sover e Giovo, in Val di Cembra, e nella Valsugana, Palù del Fersina, Castello Tesino, Cinte Tesino e Grigno.
Gli stanziamenti
L’iniziativa, senza limiti di Isee, prevede un contributo fino a 80mila euro su una spesa di 200mila di ristrutturazione (70mila euro per abitazioni fuori dal centro storico) per immobili di proprietà, destinati alla residenza o all’affitto a canone moderato a lavoratori che decidono di trasferirsi per dieci anni in queste case nei borghi coinvolti.
A questa cifra si aggiungono 20mila euro per l’acquisto destinati a soggetti residenti fuori dal comune.
Come precisato da Ilaria Olivo, i beneficiari dei contributi possono essere residenti nel territorio dell’immobile, a patto che abbiano 45 o più anni di età.
Come fare domanda
La dirigente spiega ancora che le domande saranno raccolte e messe in graduatoria ogni 3-4 mesi per dare la possibilità di iniziare i lavori.
Nella richiesta dovrà essere indicato l’immobile oggetto di ristrutturazione, fino a un massimo di 3 unità. Una volta accettato, il contributo dovrà essere erogato entro 60 giorni.
Per scongiurare possibili speculazioni, la Provincia autonoma di Trento starebbe valutando di coinvolgere agenzie immobiliari e di organizzare tavoli allo scopo di collegare domanda e offerta. Nella prima fase saranno però coinvolti i soggetti già proprietari delle case da riqualificare che vivono fuori dai comuni.
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