Fondoprofessioni, il rapporto sulla formazione continua: le prospettive future


Il secondo Rapporto di Fondoprofessioni evidenzia un significativo ritardo dell’Italia nella formazione rispetto agli altri paesi europei. Un gap che può essere colmato solo attraverso investimenti finalizzati e un cambiamento culturale nel mondo delle professioni. Il 10 aprile, al Museo dell’Ara Pacis, esperti e istituzioni analizzeranno i dati e le strategie per invertire la rotta.

Il secondo Rapporto di Fondoprofessioni mette in luce un dato allarmante: l’Italia è in forte ritardo rispetto al resto d’Europa nell’aggiornamento delle competenze professionali. Questo deficit non riguarda solo i liberi professionisti, ma l’intero sistema economico del nostro Paese, con ripercussioni dirette sulla produttività e sulla competitività delle imprese.

Il tema sarà al centro di un evento che si terrà il 10 aprile al Museo dell’Ara Pacis, dove esperti di formazione, economia e politiche del lavoro si confronteranno sui dati emersi dal rapporto e sulle possibili soluzioni. Tra gli interventi previsti ci saranno quelli di Natale Forlani, Presidente di Inapp, Paola Nicastro, Presidente e Amministratore Delegato di Sviluppo Lavoro Italia, e Glenda Quintini, economista dell’OCSE, che porteranno una visione globale sulle strategie per colmare questo gap formativo.

Perché investire nella formazione è una priorità

Il ritardo dell’Italia nella formazione professionale non è solo una questione di numeri, ma di mentalità e di strategie a lungo termine. Mentre in altri Paesi europei la formazione continua è vista come un pilastro della crescita professionale, in Italia esistono ancora molte resistenze, sia da parte delle imprese che dei lavoratori. Spesso, l’aggiornamento viene considerato un costo più che un investimento, un fattore che in questo modo rallenta la capacità di raggiungere nuove competenze necessarie per adeguarsi al contesto attuale.

Secondo i dati OCSE, i Paesi che investono maggiormente nella formazione hanno livelli di occupazione più elevati e una maggiore capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato del lavoro. La digitalizzazione, l’intelligenza artificiale e più in generale le nuove tecnologie stanno modificando profondamente le professioni, rendendo essenziale il continuo aggiornamento.

I fondi interprofessionali, come Fondoprofessioni, mettono a disposizione strumenti concreti per finanziare la formazione e rendere accessibile l’aggiornamento a un numero sempre maggiore di lavoratori e imprese. Tuttavia, per colmare il divario con l’Europa, serve un cambio di passo: una maggiore sensibilizzazione sulle opportunità offerte dalla formazione e una politica che incentivi in modo più deciso l’apprendimento continuo.



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