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La ricchezza dei settori istituzionali in Italia e nel confronto internazionale


Le stime sulla ricchezza recentemente elaborate da Istat e Banca d’Italia consentono una lettura integrata delle attivit� patrimoniali detenute dai settori istituzionali e della loro evoluzione nel tempo, anche nel confronto con altre economie avanzate

Giulia Sordi

Lo scorso gennaio � stato pubblicato�l’ultimo aggiornamento a cura di Istat e Banca d’Italia�sullo stock di ricchezza, netta e lorda, dei quattro settori definiti “istituzionali”:�famiglie,�imprese non finanziarie,�societ� finanziarie�e�amministrazioni pubbliche. Ne emerge un quadro in chiaroscuro nel quale l’Italia, nonostante la ripresa delle attivit� reali e finanziarie nel biennio 2022-2023, fatica a mantenere il confronto con i partner europei, pur a fronte del livello di indebitamento moderato di famiglie e imprese non finanziarie. Preoccupante la fotografia sulla ricchezza netta delle amministrazioni pubbliche che negli ultimi vent’anni continua a mantenersi negativa.

L’evoluzione della ricchezza in Italia

Alla fine del 2023, la ricchezza netta delle famiglie italiane � pari a 11.286 miliardi di euro,�in aumento del +4,5% rispetto all’anno precedente anche se, valutata a prezzi costanti, la ricchezza netta � ancora inferiore a quella del 2021 di oltre il 7%, a causa della forte inflazione registrata nel 2022. In rapporto al reddito lordo disponibile, la ricchezza netta � rimasta stabile rispetto al 2022 (8,2), ma inferiore alla media del periodo 2005-2023 (8,6). Dall’analisi pluriennale emerge inoltre come la quota di attivit� reali (abitazioni, immobili non residenziali, terreni, ecc.) sul totale della ricchezza lorda, dopo aver raggiunto un picco nel 2011 (65%), � diminuita di circa 11 punti percentuali, a vantaggio principalmente del risparmio gestito.

Figura 1 – Ricchezza delle famiglie e sue componenti (in miliardi di euro)�

Figura 1 - Ricchezza delle famiglie e sue componenti (in miliardi di euro)

Fonte: Istat e Banca d’Italia

Analizzando singolarmente i fattori che determinano la ricchezza netta, � possibile verificare come�le attivit� non finanziarie in capo alle famiglie siano aumentate dell’1,6%�(in termini reali), trainate dalla componente delle abitazioni, il cui prezzo di mercato � salito a oltre 5,5 miliardi di euro. Il valore delle attivit� finanziarie � invece aumentato del 7,1%, principalmente per effetto dell’andamento dei mercati finanziari che ha fatto registrare oltre 300 miliardi di guadagni, pi� che compensando le perdite in conto capitale osservate nel 2022. � inoltre aumentato l’acquisto di nuovi titoli di debito (soprattutto titoli pubblici) e azioni, in cui le famiglie hanno investito ampiamente nel corso del 2023 (61 miliardi di euro), mentre in rapporto al totale delle risorse, i depositi hanno registrato la diminuzione pi� marcata dal 2005 (-3,2%). Le passivit� finanziarie sono rimaste stabili, con una modesta riduzione dei prestiti.

Passando all’analisi della ricchezza netta delle imprese italiane non finanziarie, si osserva che a fine 2023 il valore si assesta a 1.058 miliardi di euro, in sostanziale equilibrio rispetto all’anno precedente per effetto di un aumento analogo della ricchezza lorda (+162 miliardi) e delle passivit� (+168 miliardi). Tra le attivit� reali maggiormente rappresentative, gli impianti e i macchinari che continuano a veder crescere il loro valore e compongono oggi il 56,8% della ricchezza lorda delle societ� non finanziarie.�

La contrazione dei bilanci delle societ� finanziarie, in atto dal 2022, � proseguita anche nel 2023 – sebbene il valore di mercato delle azioni sia cresciuto del +19,9% – con una riduzione attorno al 3% sia per le passivit� che per la ricchezza lorda (530 miliardi la ricchezza netta). Diminuzioni guidate dal calo dei depositi attivi e dei prestiti a valle dalle operazioni di politica monetaria che, nel corso dell’anno, hanno aumentato i tassi ufficiali complessivamente di 200 punti base, portando quello sui depositi presso la banca centrale al 4%. Alla fine del 2023, com’� facilmente intuibile, la ricchezza lorda delle societ� finanziarie continua a essere rappresentato nella sua maggioranza (98%) da attivit� finanziarie, a loro volta costituite principalmente da titoli di debito (31%), prestiti (29%), depositi (16,5%) e azioni ed altre partecipazioni (10%).

Infine,�a fine del 2023 la ricchezza netta delle amministrazioni pubbliche italiane risulta negativa per 1.432 miliardi di euro,�in peggioramento rispetto al 2022 soprattutto per effetto della forte crescita delle passivit� (+8,8%) che ha pi� che controbilanciato quella, lieve, delle attivit� (+0,9%). La crescita delle passivit� � stata guidata dall’aumento del valore complessivo dei titoli pubblici, aumentato di 209 miliardi (+9,5%). Sempre con riferimento al 2023, la ricchezza lorda delle amministrazioni pubbliche � costituita per quasi due terzi da attivit� non finanziarie, principalmente immobili, residenziali e non (21%), e altre opere del genio civile (34%). Il peso delle attivit� finanziarie � leggermente aumentato rispetto all’anno precedente (dal 35,6% al 36,3%), guidato da una lieve crescita del peso di titoli e azioni.

Il confronto internazionale

L’analisi proposta da Istat e Banca d’Italia prosegue con il confronto tra i dati nazionali con quelli registrati da altre economie avanzate come Canada, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti.

Rispetto al 2022,�la maggior parte dei Paesi – Italia inclusa – hanno mantenuto stabile il rapporto tra ricchezza netta e reddito lordo delle famiglie,�fatta eccezione per la Francia, che vede ridurre il valore delle attivit� non finanziarie, e per il Regno Unito, dove la diminuzione � in atto sia per le attivit� finanziarie che per quelle reali, con contestuale espansione delle passivit�. Esaminando tuttavia il dato sulla ricchezza pro capite delle famiglie, si verifica come l’Italia registri�i valori tra i pi� bassi nel confronto internazionale,�sebbene nel 2023 il dato sia cresciuto del + 4,5% rispetto all’anno precedente.

Figura 2 – Ricchezza netta pro capite delle famiglie nel confronto internazionale

Figura 2 - Ricchezza netta pro capite delle famiglie nel confronto internazionale

Fonte: Istat e Banca d’Italia

Interessante osservare inoltre come l’Italia, noto come il Paese dell’investimento nel “mattone”, si posizioni in realt� a met� classifica nel confronto internazionale per il peso delle attivit� non finanziarie sul totale della ricchezza, sorpassata da Spagna, Germania e Francia. Sul fronte delle imprese non finanziarie, il dato singolare � invece quello relativo all’uso del debito: in Italia, come nel Regno Unito, il livello di indebitamento delle imprese � relativamente contenuto e sensibilmente inferiore a quello di Germania, Francia e Canada.�

Tra il 2005 e il 2023 la ricchezza netta delle amministrazioni pubbliche italiane � sempre stata negativa, dinamica simile a quella britannica, seppure il calo del 2020 (crisi pandemica) e del 2023 (rialzo tassi d’interesse) sia stato pi� accentuato nel nostro Paese che nel Regno Unito. Viceversa, in Francia e Germania, la contrazione del 2020 � stata molto pi� lieve perch� il forte aumento delle passivit� � stato controbilanciato da una crescita significativa delle attivit�, sia reali sia finanziarie, sebbene poi nel 2023 la Francia abbia perso oltre 13 punti percentuali nel rapporto tra ricchezza netta e PIL.�

Bruno Bernasconi, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

�24/3/2025



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