Negozi, oltre 250 chiusure nel 2024


In calo ambulanti e soffre la media e grande distribuzione, mentre si mantengono e aumentano le strutture di alloggio e i ristoranti: i dati pisani

PISA — Rallentano le chiusure dei negozi a Pisa. Nel 2024, infatti, nel capoluogo di provincia hanno abbassato la saracinesca 254 attività, il 20% in meno al dato del 2012. Una flessione comunque notevole, che però riguarda in modo contenuto il centro storico, che segna 18 attività in meno dal 2012.

È quanto emerge dalla decima edizione dell’Osservatorio sulla demografia d’impresa delle città italiane realizzato a livello nazionale da Confcommercio con il contributo del Centro Studi delle Camere di Commercio “Tagliacarne”, che ha fornito i dati sui quali si è sviluppato lo studio.

“Questi numeri ci mostrano purtroppo come la desertificazione commerciale stia continuando implacabilmente – ha commentato Federico Pieragnoli, direttore generale di Confcommercio Provincia di Pisa – un fenomeno che va assolutamente contrastato, anche con progetti di riqualificazione urbana che consentano di mantenere servizi, vivibilità e sicurezza. Ovviamente la sola riqualificazione non può essere sufficiente se non accompagnata da concrete politiche di sostegno e valorizzazione dei negozi, con particolare attenzione a quelli storici”.

“Parliamo di interventi puntuali e ormai non più rinviabili – ha aggiunto – che possano garantire la sostenibilità economica delle attività, come deducibilità sui costi di affitto, abbattimento delle aliquote fiscali, drastica riduzione delle imposte locali, come Imu, Tari e Cosap, oltre a incentivi per le nuove aperture e sgravi per quelle esistenti e sostegni per l’imprenditoria giovanile e le imprese femminili”.

I dati confermano poi il calo delle attività ambulanti, diminuita del 16% dal 2012 al 2024, mentre soffre la media e grande distribuzione, con un calo del 50%, insieme a negozi di tessili, prodotti per la casa e ferramenta. L’altra faccia della medaglia, invece, è il quasi raddoppio di alberghi e servizi di alloggio, in aumento dell’88%, con marcate differenze tra alberghi, che restano stabili, e altre strutture come case per vacanze, b&b e residence. Cresce anche la ristorazione, con un aumento del 10%.

“Pisa conferma che le maggiori criticità si registrano soprattutto in periferia, mentre almeno quantitativamente il centro storico tiene – ha concluso Pieragnoli – a risollevare le sorti si conferma il comparto turistico e dell’accoglienza, con tendenze in crescita di lungo corso, anche se il comparto dei bar mostra una progressiva flessione. Senza aiuti e sostegni concreti, le insegne delle nostre città sono destinate a spegnersi definitivamente“.





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