(Teleborsa) – L’UE è in un momento cruciale nell’evoluzione dei pagamenti transfrontalieri. Lo ha ricordato Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della BCE, in occasione di un incontro con i governatori delle banche centrali, cui ha ricordato che “l’attuale panorama geopolitico minaccia di frammentare i sistemi di pagamento globali, portando potenzialmente a inefficienze e a una ridotta trasparenza”.
Negli ultimi decenni, il mondo ha assistito a un aumento significativo dei pagamenti transfrontalieri, guidato dalla globalizzazione del commercio, dei capitali e dei flussi migratori. Si prevede che i flussi di pagamenti transfrontalieri raddoppieranno fino a raggiungere i 268 trilioni di euro entro il 2030.
Nonostante questa significativa espansione e i miglioramenti derivanti dagli sforzi internazionali, i pagamenti internazionali rimangono troppo spesso proibitivi e inefficienti. Ciò ha creato un vuoto che operatori alternativi, in particolare nel settore delle criptovalute, sono ansiosi di colmare. Tuttavia, molte di queste soluzioni comportano rischi significativi che non possono essere trascurati. Le criptovalute non garantite, ad esempio, sono altamente volatili e di natura speculativa, creando rischi per famiglie e imprese.
Il ruolo del sistema SEPA per l’integrazione europea
Cipollone ha messo in luce il ruolo del sistema SEPA, l’area unica dei pagamenti in euro, spiegando che riduce notevolmente i costi delle transazioni, che altrimenti potrebbero rivelarsi 12 volte superiori a quelli praticati all’interno della SEPA. Questo sottolinea l’importanza di espandere la SEPA, per ridurre i costi, guidare lo sviluppo economico e garantire l’integrazione.
Ma la possibilità di ridurre i costi sulle operazioni transfrontaliere è importante anche per altre economie, poiché le crescenti tensioni geopolitiche hanno stimolato iniziative per creare alternative alle infrastrutture globali esistenti. Ciò potrebbe portare alla frammentazione del sistema finanziario globale in blocchi multipli e non comunicanti, il che ostacolerebbe ulteriormente l’efficienza dei pagamenti transfrontalieri e contribuirebbe alla frammentazione del commercio e degli investimenti.
Dalle stablecoin all’Euro digitale
L’emergere delle stablecoin, che gli Stati Uniti intendono promuovere in tutto il mondo, per a mantenere il predominio globale del dollaro – spiega Cipollone – comporta i suoi rischi, tra cui il tentativo di sostituire le valute ufficiali per giungere ad una “dollarizzazione digitale”, considerando che il 99% delle stablecoin è denominata in dollari. Ciò comprometterebbe l’efficacia della politica monetaria interna e aumenterebbe i rischi per la stabilità finanziaria, amplificando i deflussi di capitale in risposta a shock negativi.
Ma l’UE sta rispondendo in modo proattivo a queste sfide, da un lato, cercando di sfruttare il potenziale dei sistemi di pagamento rapidi per migliorare l’efficienza e ridurre i costi, dall’altro, studiando la creazione di un euro digitale.
L’l’interconnessione dei sistemi di pagamento rapidi consente di superare la frammentazione ed estendere i vantaggi della digitalizzazione ai pagamenti transfrontalieri, riducendo i costi, aumentando la velocità e la trasparenza dei pagamenti transfrontalieri e accorciando le catene di transazioni. Ne è u esempio il servizio TARGET Instant Payment Settlement (TIPS), la cui caratteristica fondamentale è quella di essere una piattaforma multivaluta, che opera all’interno dello schema SEPA Instant Credit Transfer, disciplinato da regole, standard e protocolli uniformi, evitando il rischio di frammentazione.
La seconda iniziativa che l’UE sta esplorando è la creazione di un euro digitale e il suo utilizzo nei paesi terzi. Un euro digitale sarebbe una valuta digitale della banca centrale, un equivalente elettronico del denaro contante. Funzionerebbe sia online che offline nei negozi o quando si effettuano transazioni tra persone, ma si sta studiando anche il suo possibile utilizzo internazionale.
Garanzia della sovranità valutaria
L’euro digitale nei paesi terzi verrebbe introdotto gradualmente e con le opportune garanzie per assicurare che venga utilizzato principalmente come mezzo di pagamento e non alimenti la sostituzione della valuta. Inoltre, la progettazione dell’euro digitale include funzionalità abilitanti multivaluta simili a quelle dei TIPS.
In pratica, i paesi non appartenenti all’Area Euro potrebbero utilizzare l’infrastruttura dell’euro digitale per cambiare le proprie valute digitali, facilitando le transazioni a livello internazionale e fungere da piattaforma per l’innovazione nei pagamenti transfrontalieri. Così facendo, potrebbe facilitare i pagamenti e le rimesse transfrontalieri, rendendoli più efficienti e convenienti.
(Teleborsa) 01-04-2025 16:14
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