Milano, 1 apr. (Adnkronos) – “Nonostante i consumi siano in leggera ripresa, la parola d’ordine per i consumatori resta ‘cautela’: otto consumatori su dieci acquistano prodotti e servizi in promozione; sette su dieci rinunciano all’acquisto di prodotti ritenuti superflui e sette su dieci preferiscono prodotti più convenienti”. Lo ha detto Flavio Ferretti, presidente di Ibc, l’associazione industrie beni di consumo, all’incontro organizzato oggi a Milano in occasione dell’Assemblea 2025 ‘Colmare il divario: priorità competitive per l’industria dei beni di consumo’.
“Il 2025 – ha spiegato – non è partito in maniera brillante. Nei primi mesi dell’anno il mondo del fuori casa offre scenari preoccupanti, con un calo di numero di visite nei punti di consumo che registrano, tra gennaio e febbraio, un -6%. Tutto questo colpisce le nostre imprese, in modo particolare le piccole e medie”.
C’è poi il problema che “le imprese italiane sono sottoposte a un livello di tassazione tra i più alti in Europa. È essenziale un fisco più equo e meno penalizzante per il rilancio della competitività”. La richiesta di Ferretti è che “la politica alleggerisca il carico per le imprese in modo da permettere loro di investire in crescita e innovazione, piuttosto che limitarsi a far fronte alle spese correnti. La transizione ecologica e digitale non può essere solo un onere per le imprese, deve diventare una vera opportunità. Abbiamo bisogno di politiche all’insegna di incentivi concreti per accompagnare le imprese in questo processo e necessitiamo di una maggiore gradualità di implementazione delle normative europee. Semplificazione e razionalizzazione dovrebbero essere le parole chiave anche come garanzia per il rispetto della legalità”.
Il presidente di Ibc si è focalizzato poi sull’impatto della difficile situazione geopolitica internazionale sulle imprese italiane: “In questo periodo le nostre imprese sono chiamate a rispondere a una serie di problemi e di fatiche. L’incertezza geopolitica, i costi dell’energia, la volatilità del prezzo delle materie prime, le difficoltà di approvvigionamento condizionano la capacità di essere competitivi e di generare la fondamentale marginalità. L’elevata pressione fiscale incrina la solidarietà aziendale, ma nonostante tutto ci stiamo impegnando nella doppia transizione, digitale e sostenibile, investendo, valorizzando i giovani talenti, creando nuove sinergie nelle relazioni di filiera. L’inflazione si fa sentire, tornando ai livelli del 2023. Il clima geopolitico è teso e non promette soluzioni a breve. Il commercio internazionale rischia di essere pesantemente disarticolato dalla nuova ondata di dazi che si aggiunge alle crescenti barriere regolatorie non tariffarie che non facilitano di certo il compito delle aziende che vogliono esportare”.
Ferretti ha quindi sottolineato l’importanza del settore Fast moving consumer goods, cioè il settore dei beni di largo consumo che “in Italia vale più di 220 miliardi di euro, circa il 12% della produzione totale dei beni di consumo in Europa con un fatturato al consumo generato di circa 500 miliardi di euro. Parliamo di aziende che investono in ricerca e sviluppo circa 17.3 miliardi di euro e che occupano circa 1,1 milioni di addetti”.
Un tessuto produttivo fatto di “piccole e medie imprese e spesso da realtà dalla bassa marginalità” che rendono impellente la “necessità di accedere al credito in maniera crescente. Spesso molte aziende non sanno di avere diritto ad accedere agli strumenti di finanza agevolata. C’è molta confusione e ignoranza sul tema e spesso questo significa perdere opportunità. Come Ibc abbiamo deciso di sviluppare un progetto di supporto per i nostri associati che implementeremo nei prossimi mesi”, ha spiegato il presidente, che nell’occasione ha ufficializzato “una firma di partnership con Cerved che metterà a disposizione dei nostri associati una banca dati completa sui bandi esistenti a cui tutte le nostre aziende potranno accedere”.
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