Dazi, Meloni: «Stanziamo 32 miliardi per sostenere le imprese in difficoltà». Da Trump il 17 aprile


Il governo metterà in campo 32 miliardi di euro per sostenere le aziende in difficoltà per i dazi, senza gravare sulla finanza pubblica. Nel dettaglio, 14 miliardi provengono dai fondi del Pnrr «per sostenere l’occupazione e aumentare l’efficienza», 11 miliardi dalla revisione della politica di Coesione e 7 miliardi dal Piano Sociale per il Clima (per ridurre i costi dell’energia per famiglie e microimprese attraverso misure per compensare i costi logistici e incentivare le tecnologie pulite). 

LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI

Lo ha spiegato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, all’incontro con le categorie economiche sui dazi. «La Commissione europea sta incoraggiando gli Stati membri a modificare i Pnrr, individuando soluzioni per investire al meglio le risorse stanziate nel nuovo scenario, ovviamente senza ridurre l’ambizione dei piani in termini di traguardi e obiettivi da conseguire», spiega Meloni aggiungendo che «parallelamente la stessa Commissione, su proposta del vicepresidente Fitto, ha avviato una importante fase di riprogrammazione delle politiche di coesione che, in complementarietà con la revisione del Pnrr, potranno essere utilizzate per sostenere il nostro sistema produttivo. In ultimo potrebbero essere mobilitate le risorse del Piano sociale per il Clima, che prevedono misure per famiglie e microimprese finalizzate a sostenere la transizione energetica».

La premier si è poi soffermata sull’Italia spiegando che il governo italiano «in sintonia e collaborazione con la Commissione europea, intende promuovere una revisione del Pnrr. Quanto ne parlavamo nella campagna elettorale tutti ci dicevano che non era possibile farlo. Non soltanto lo abbiamo fatto ma lo hanno fatto insieme a noi tutti i singoli Paesi europei».

I prossimi passi in Europa

Il governo italiano si sta dunque muovendo su tre binari:

  • Ha individuato, nell’ambito della dotazione finanziaria del Recovery italiano e della sua prossima revisione circa 14 miliardi di euro, che possono essere rimodulati per sostenere l’occupazione e aumentare l’efficienza della produttività;
  • la revisione della politica di coesione che la scorsa settimana è stata approvata dalla Commissione su proposta del vicepresidente Fitto. Il nostro paese ha 75 miliardi di euro (42,7 europei, gli altri cofinanziamenti nazionali) da spendere fino al 2029 distinti in 26 miliardi di euro assegnati ai programmi nazionali e 43 ai programmi regionali. In questo ambito, circa 11 miliardi di euro possono essere riprogrammati a favore delle imprese, dei lavoratori e dei settori che dovessero essere più colpiti. «Anche in questo caso la riprogrammazione deve essere definita d’intesa con la Commissione Europea», ha concluso la Meloni.
  • Rinforzare gli strumenti di sostegno all’export per le imprese. Questo significa potenziare gli strumenti già esistenti, a partire dal sistema fondato sull’Agenzia Ice, Simest e Sace, «per aiutare le imprese a rimanere forti sui mercati internazionali», spiega Meloni nell’incontro con le associazioni di categoria a palazzo Chigi.

«Segnalo tra l’altro che il ministro degli Esteri Tajani ha recentemente predisposto un Piano d’azione per l’export italiano nei mercati extra Ue ad alto potenziale, elaborato in collaborazione con questo sistema, che è sicuramente un ottimo piano di partenza da questo punto di vista».

  • In ultimo, il governo vuole individuare ulteriori strumenti di promozione del Made in Italy, a livello internazionale, per raggiungere nuovi mercati e rafforzare presenza italiana, ma anche a livello interno, sul territorio nazionale, per rafforzare la domanda. 

Meloni a Washington: «Proporrò la formula zero per zero dazi»

La sfida da esplorare è «la possibilità di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti con la formula zero per zero», spiega Meloni. «E’ questo il negoziato che deve vederci tutti impegnati e a tutti i livelli, che vede impegnati noi e che impegna me che sarò a Washington il prossimo 17 aprile e ovviamente intendo affrontare anche questa questione con il Presidente degli Stati Uniti», ha aggiunto la premier. 

Gli impatti dei dazi su consumi famiglie: 12 miliardi

Secondo uno studio che Confesercenti ha presentato al governo, i dazi potrebbero incidere sui consumi e le famiglie per 12 miliardi di euro. Il terremoto dazi non coinvolge solo le esportazioni. La guerra commerciale tra Usa e Ue rischia di avere un impatto anche sul mercato interno, riducendo di circa 11,9 miliardi di euro in due anni la crescita dei consumi delle famiglie. A stimarlo è Confesercenti che sottolinea come rispetto alle stime precedenti i dazi incidono sulle famiglie:

  • una minore crescita di 2,1 miliardi nel 2025 e di 9,8 miliardi nel 2026, per un totale di 11,9 miliardi.
  • Rischi esistono anche sul fronte del turismo: i visitatori dagli Stati Uniti sono relativamente pochi (4,8% del totale) ma sono alto-spendenti, e portano in media 6,5 miliardi di euro l’anno di spesa sul territorio.

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