Bonus a fondo perduto per il fotovoltaico, ecco quello poco conosciuto


C’è un bonus a fondo perduto per il fotovoltaico che in pochi conoscono e che, recentemente, è stato prorogato fino al 30 novembre 2025. Da quanto tutti gli utenti non fragili sono stati costretti a passare al mercato libero dell’energia, i costi delle bollette non sono soltanto lievitati, ma è diventato impossibile prevederne il peso mensile.

Proprio in questo scenario moltissime famiglie hanno scelto di installare un impianto fotovoltaico. Laddove era possibile, approfittando di bonus previsti dallo Stato, nei casi in cui non sono previsti pagando di tasca propria le spese di acquisto e di installazione per ottenere un risparmio sui costi dell’energia e per riuscire a cedere alla rete l’energia prodotta e non utilizzata.

Oltre al bonus ristrutturazione cosa c’è?

Per chi installa un impianto fotovoltaico sulla propria abitazione è disponibile la detrazione al 50% (ma solo se si tratta di abitazione principale, altrimenti il beneficio scende al 36%) che permette di recuperare la meta di quanto speso per l’acquisto dei pannelli e l’installazione dell’impianto. La detrazione può essere utilizzata anche per l’eventuale sistema di accumulo e per le pompe di calore che si potrebbero installare in casa.

Il problema principale del bonus ristrutturazione con detrazione al 50% è che il contribuente, per la realizzazione dei lavori, deve anticipare tutto il costo. Il recupero del 50%, poi, avviene in 10 anni con quote annuali di pari importo.

Proprio per questo motivo, dove possibile, si preferisce utilizzare incentivi che permettono di avere l’abbattimento della spesa di acquisto e installazione come può essere il reddito energetico.

Esiste, però, un altro bonus che prevede contributo a fondo perduto per chi installa l’impianto fotovoltaico, ma in pochi lo conoscono.


Quanto costa un impianto fotovoltaico?

Contributo PNRR per piccoli Comuni

Il contributo in questione offre il 40% a fondo perduto per installazione e acquisto di un impianto fotovoltaico, ma vale soltanto in Comuni con meno di 5.000 abitanti. Per avere diritto al contributo a fondo perduto è necessario aderire a una Comunità Energetica (Cer) o a un Gruppo di autoconsumo. Inizialmente previsto fino al 31 marzo 2025, la scadenza per l’incentivo è stata spostata al 30 novembre 2025. Con lo slittamento della scadenza, inoltre, il Governo ha anche espresso l’intenzione di ampliare la platea dei possibili destinatari e a breve potrebbe esserci l’ufficializzazione che il contributo a fondo perduto possa spettare anche a chi abita in un Comune con meno di 30.000 abitanti (attualmente è fissato per quelli che arrivano fino a 5.000 abitanti).

Il decreto di proroga emanato prevede che il termine per la presentazione della richiesta sia spostato, quindi, al 30 novembre 2025 (salvo esaurimento delle risorse disponibili prima di questa data).

In cosa consistono gli incentivi destinati alle Cer? Innanzitutto in una tariffa incentivante sull’energia prodotta e non utilizzata per un periodo di 20 anni. In secondo luogo in un contributo a fondo perduto del 40% (il beneficio non può essere cumulato con il bonus ristrutturazione) per le spese di nuova realizzazione o potenziamento degli impianti già esistenti.

Per la presentazione delle domande per l’incentivo Cer è necessario visitare l’area clienti del sito del GSE.



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