Il Consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti SpA (Cdp), presieduto da Giovanni Gorno Tempini, ha approvato questo pomeriggio il progetto di bilancio d’esercizio e il bilancio consolidato al 31 dicembre 2024, che chiude con un utile netto consolidato pari a 6 miliardi di euro (5 miliardi nel 2023), in crescita di un miliardo per il maggior apporto delle partecipate.
Numeri dunque consolidati per Cdp, che nel 2024 ha impegnato risorse per circa 24,6 miliardi di euro (+23% rispetto ai 20,1 miliardi del 2023). L’operatività del gruppo ha consentito di sostenere investimenti per complessivi 68,8 miliardi (+28% rispetto ai 53,8 miliardi del 2023), anche grazie all’attrazione di capitali addizionali con un effetto leva di 2,8 volte le risorse impegnate. La raccolta complessiva è risultata pari a 356 miliardi di euro, di cui 290 miliardi relativi al risparmio postale, in rialzo del 2% rispetto a fine 2023 (285 miliardi). Contestualmente, la raccolta obbligazionaria si attesta a 20 miliardi, in aumento del 10% rispetto alla chiusura dell’esercizio precedente.
“Il 2024 è stato un ottimo anno per la Cassa, dal punto di vista dei risultati e del livello di attività”, conferma il presidente Gorno Tempini, per cui la Cassa “è in salute” e “farà la sua parte” a sostegno dell’economia nel 2025, “anno caratterizzato da tensioni che avranno un impatto dal punto di vista della crescita economica”. L’utile netto di Cdp SpA sale invece al massimo storico di 3,3 miliardi di euro (+7% rispetto al 2023, quando per la prima volta aveva superato la soglia dei 3 miliardi,con 3,1). Il risultato è stato raggiunto grazie anche alla crescita del margine d’interesse e al miglior andamento complessivo del portafoglio partecipativo.
Il CdA ha inoltre approvato una proposta di destinazione dell’utile netto dell’esercizio 2024 a dividendo per 2,1 miliardi di euro. Soddisfatto anche l’amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti (Cdp), Dario Scannapieco: “Il 2024 si chiude con un risultato storico per la Cassa. L’utile più alto mai registrato conferma l’andamento positivo degli ultimi anni che ci ha consentito di superare ampiamente tutti gli obiettivi del Piano Strategico 2022-2024”. Nel triennio 2022-24, infatti, il Gruppo ha ampiamente superato gli obiettivi fissati nel Piano Strategico. Le risorse impegnate sono salite a 75 miliardi, rispetto ad un target di 65 miliardi (superando del 15% le stime). Gli investimenti sostenuti hanno oltrepassato i 200 miliardi (attestandosi a 202 miliardi), contro i target di inizio Piano di 128 miliardi. L’effetto leva generato tra le risorse impegnate e gli investimenti sostenuti, pari a 2,7 volte nel triennio, si è attestato a un valore superiore al target triennale, pari a 2 volte. Nel periodo, la crescita dell’operatività del Gruppo ha consentito inoltre la realizzazione di utili per circa 9 miliardi di euro complessivamente , mentre l’adozione di un approccio prudente nella gestione del capitale ha consentito un significativo rafforzamento della solidità patrimoniale, che a fine triennio è risultata fortemente superiore rispetto ai valori di inizio Piano.
Nel periodo 2022-2024, infine, Cdp ha generato in media, ogni anno, l’equivalente dell’1,5% del Pil nazionale e contribuito a creare o mantenere 400mila posti di lavoro, mentre sono state circa 65mila le imprese finanziate direttamente o tramite il canale bancario e circa tremila gli Enti della Pubblica Amministrazione sostenuti. Tra le sfide future, ora, la minaccia dazi. “Gli Usa pesano per il 10,6% sull’export italiano ma il nostro Paese ha una grande capacità di reazione e di spostare i propri mercati – osserva Scannapieco – il nostro sistema ha sempre mostrato grande flessibilità. Siamo pronti a fare la nostra parte se ci sarà da supportare le imprese italiane nell’individuare nuovi mercati”. Gorno Tempini parla invece di “incertezza che la fa da padrona”, la riduzione degli scambi internazionali “inciderà sulle possibilità di crescita dell’Italia”.
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