Fiom chiede chiarezza sul piano industriale


Dopo anni complessi segnati da ristrutturazioni e incertezze, il Tubificio di Terni e la Società delle Fucine (Sdf) tornano a intravedere una fase di rilancio. La Fiom-Cgil di Terni, attraverso le parole del segretario generale Alessandro Rampiconi, ha espresso soddisfazione per gli annunci relativi a nuovi investimenti e assunzioni presentati da Acciai Speciali Terni (Ast) alle rappresentanze sindacali unitarie.

Un cambio di rotta dopo anni difficili

Rampiconi ha sottolineato che per il Tubificio, a lungo in sofferenza, si tratta della prima inversione di tendenza dal momento dello scorporo avvenuto il 1° gennaio 2023. Anche per Sdf, considerata una componente strategica del ciclo integrato produttivo, l’annuncio di investimenti rappresenta un segnale positivo. Tuttavia, il sindacato invita a non limitarsi a valutazioni isolate e chiede un confronto complessivo sul piano industriale di Ast.

Dubbi sulla coerenza degli investimenti

Nonostante le novità, restano zone d’ombra sulla strategia industriale. Rampiconi ricorda che sono passati tre anni dall’arrivo della nuova proprietà, durante i quali il piano è stato più volte modificato, mantenendo solo l’investimento sul walking beam. Il miliardo annunciato in origine prevedeva un nuovo laminatoio, una linea BA, impianti per decapaggio, laminazione e ricottura, oltre a due linee per il magnetico che oggi risultano congelate. Molti degli investimenti effettuati finora, evidenzia Rampiconi, non rientrano più nella cornice del piano iniziale.

Lavoro e occupazione: nodo centrale

La Fiom-Cgil insiste sul fatto che i livelli occupazionali dipendano da scelte produttive, commerciali e tecnologiche, e chiede di sapere se la nuova impostazione industriale prevede la conferma o il potenziamento degli attuali organici, sia diretti che dell’indotto. La questione diventa ancora più urgente alla luce dei tagli al personale della vigilanza privata, denunciati dalle sigle Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, a cui la Fiom ha espresso piena solidarietà.

Un altro punto critico riguarda i lavoratori somministrati: secondo Rampiconi, la proprietà ha stabilizzato 130 lavoratori al suo arrivo, ma ad oggi solo 70 sono stati riassorbiti, con quasi la metà di questi in attesa di un contratto stabile dopo tre anni continuativi di agenzia interinale. Il sindacato considera questo periodo sufficiente per procedere alla stabilizzazione definitiva, anche per garantire dignità e qualità del lavoro.

Chiarezza, partecipazione e sostenibilità

Nel corso di un’audizione presso la II Commissione consiliare della Regione Umbria, Rampiconi ha ribadito la necessità di un dialogo costante e trasparente con la dirigenza. Per la Fiom, la crescita dell’azienda non può prescindere da un modello produttivo compatibile con la salute, la sicurezza dei lavoratori e la tutela ambientale.

L’obiettivo è costruire un futuro industriale solido e sostenibile, valorizzando al contempo le maestranze e il territorio. In questa direzione, Rampiconi ha ricordato le parole del cavaliere Giovanni Arvedi, che durante un incontro svoltosi a Cremona il 10 dicembre 2024, ha sottolineato l’importanza di relazioni industriali aperte e coinvolgenti.





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