Digitalizzazione del porto di Trieste: la Corte dei conti blocca la creazione della newco


La costituzione della nuova società per la gestione del sistema informatico del porto di Trieste dovrà aspettare. La Corte dei conti ha dato parere negativo alla costituzione della newco con cui l’Autorità di sistema portuale e la cordata privata targata Circle intendono dar vita ad un soggetto pubblico-privato deputato a implementare la piattaforma digitale Sinfomar e nel contempo mettere sul mercato servizi digitali a vantaggio di porti e interporti. La bocciatura non riguarda la scelta strategica dell’Adsp, ma piuttosto la mancanza di sufficienti motivazioni fornite dall’ente per giustificare la newco. Autorità portuale e Circle ritengono che basterà un supplemento di documentazioni per superare l’ostacolo frapposto dalla magistratura contabile.

Come riferisce il sito specializzato Shipping Italy, il parere negativo è giustificato da carenze motivazionali e insufficienti informazioni legate alla struttura di bilancio della nascitura società, che segnerà l’avvio di un modello di gestione completamente nuovo del sistema informatico che sovraintende ai traffici portuali, ferroviari e stradali dello scalo. Un software utilizzato da oltre 250 soggetti con 3-4 mila accessi giornalieri.

Ad aggiudicarsi il bando di gara da 14 milioni in sette anni per l’individuazione del partner industriale è stata la cordata composta di Circle, Info.era, e DataCh Technologies, che resteranno al 49%. La newco si occuperà da una parte di continuare a mantenere il software aggiornato e dall’altra potrebbe affacciarsi sul mercato estero come fornitore di servizi: si tratta del primo esperimento del genere in Italia.

La strategia messa in campo è stata oggetto di vaglio da parte della Sezione di controllo sugli enti della Corte dei conti, nel cui parere si legge che la delibera con cui l’Adsp ha costituito la newco «non motiva la reale esigenza di ricorrere allo strumento societario per lo svolgimento di tale attività, in luogo delle modalità sinora adottate. L’unica motivazione offerta risiede nell’asserita carenza di personale interno ma questo dato non può ritenersi sufficiente. Inoltre, nella deliberazione si legge che, fino a tutto l’anno 2024, il servizio in esame è stato svolto in parte ricorrendo al mercato, ma non è chiaro quale effettivo risparmio di spesa e/o quale reale efficientamento si dovrebbe ottenere attraverso la costituzione di una società mista».

A ciò si aggiunge «la totale assenza di un approfondito business plan» e dunque la mancanza di «informazioni sulle specifiche linee del progetto e sul contesto di mercato», nonché di «analisi di fattibilità sulla base di previsioni di ricavi e costi, attività e passività, disponibilità liquide generate dall’attività operativa, di investimento o di finanziamento». L’ultimo rilievo riguarda il processo decisionale che ha guidato l’operazione, laddove si evidenzia che la delibera non ha ottenuto un avallo del Comitato di gestione, «che deve essere anticipatamente sentito dal vertice nello svolgimento di vari suoi compiti».

La pronuncia della Corte non è vincolante, ma l’Autorità portuale intende offrire le sue argomentazioni già in settimana, nella convinzione che il parere poggi sull’assenza di documentazione e non sulla decisione strategica di realizzare una società a guida pubblica, che costituisce un modello organizzativo inedito nell’ambito delle Adsp italiane e che potrebbe essere applicato in futuro anche per la gestione di altri settori come quello dell’energia o dei cavi dati.

«È giusto che le amministrazioni pubbliche siano soggette a un sistema di controlli – commenta il commissario straordinario dell’Adsp Vittorio Torbianelli – e avremo massima attenzione sulle indicazioni della Corte, facendo una valutazione di tipo giuridico per ridefinire più dettagliatamente la delibera con tutti gli elementi sostanziali. Decideremo in settimana, rilevando intanto che nessuna preclusione è stata espressa sulla scelta di costituire una società in house».

Il ceo di Circle group Luca Abatello sottolinea a sua volta che «non siamo davanti a una contestazione di merito, ma alla mancanza di documentazione. Siamo molto sereni, perché l’operato dell’Adsp è stato coerente e corretto, in linea con la strategia messa in campo. Servirà documentazione aggiuntiva, ma siamo convinti che il parere favorevole sia solo questione di tempo». —

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