I tassi sui mutui per l’acquisto della casa e sui prestiti alle imprese riprendono a scendere, sia pure a piccoli passi, dopo lo stop di febbraio. E si registra anche una discesa dei tassi di mercato a breve mentre quelli a lungo termine sono in salita. A marzo, secondo il rapporto mensile dell’Abi, il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è sceso al 3,14% dal 3,18% del mese precedente (era al 4,42% a dicembre 2023). Per il finanziamento alle imprese si scende 3,84% dal 3,99% del mese precedente e dal 5,45% di dicembre 2023. Sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) il tasso è sceso al 4,22% dal 4,28% del mese precedente.
I tagli della Bce, in progressiva riduzione dall’autunno 2023, si traducono in una ulteriore riduzione dei tassi a breve termine, mentre quelli a lungo termine, nonostante il calo nei primi giorni di aprile, hanno registrato un complessivo rialzo. Ad aprile l’Euribor a 3 mesi è stato in media del 2,32%, in calo di 12 punti base rispetto a marzo e di 52 punti base rispetto a dicembre 2024 (2,84%). Il tasso IRS a 10 anni, molto usato nei mutui, è stato però in media del 2,59% in calo di 8 punti base rispetto a marzo (2,67%) ma in aumento di 36 punti base su dicembre. Valori che riflettono l’incertezza della situazione geopolitica che sta agitando i mercati.
La domanda di prestiti da parte di famiglia e imprese resta bassa, ma per la prima volta da due anni, a marzo non è scesa ma è rimasta invariata. Cresce invece la raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni): +1,2% a marzo su base annua (+1,5% il mese precedente).
Riguarda invece febbraio 2025 il dato sui crediti deteriora netti (cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute), che rappresentano per le banche l’1,36 del totale: siamo a 30,2 miliardi di euro, da 32,1 miliardi di settembre 2024. Lontanissimi dal livello massimo, i 196,3 miliardi raggiunti nel 2015.
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