La Bce taglia ancora i tassi


Di

Ansa

Pubblicato il



18 aprile 2025

Nell’incertezza assoluta sul futuro delle relazioni commerciali tra Usa e Ue, che minaccia la crescita della zona euro, la Bce non ha dubbi e taglia per la settima volta da giugno scorso il costo del denaro. L’obiettivo è spingere la ripresa, già stentata, che ora deve vedersela anche con i venti contrari che soffiano dall’Atlantico.

Christine Lagarde

Stavolta i governatori delle banche centrali della zona euro hanno deciso all’unanimità di tagliare i tassi di 25 punti base, portando quello di riferimento al 2,25%. L’ultima volta solo l’austriaco Holzmann, capofila dei falchi, si era astenuto, e si preparava a chiedere una pausa ad aprile. Ma l’annuncio dei dazi e il tracollo delle borse hanno ricompattato il consiglio direttivo che prova a sostenere l’economia, in attesa di capire come andranno le trattative Ue-Usa sul commercio.

“L’economia dell’area dell’euro ha acquisito una certa capacità di tenuta agli shock mondiali, ma le prospettive di espansione si sono deteriorate a causa delle crescenti tensioni commerciali”, spiegano i governatori, preoccupati che la maggiore incertezza riduca la fiducia di famiglie e imprese. E consumatori più incerti riducono i consumi, frenando il Pil. Anche la volatilità dei mercati, che in queste settimane ha toccato i livelli della crisi finanziaria globale, è un freno alla crescita, perché “inasprisce le condizioni di finanziamento”, ovvero rende il credito a famiglie e imprese più costoso, anche se i tassi scendono. Tutti fattori che “possono gravare ulteriormente sulle prospettive economiche dell’area euro”, è la preoccupazione della Bce.

La presidente Christine Lagarde parla di “incertezze eccezionali” sulle prospettive, e di rischi al ribasso per la crescita “aumentati”. Le tensioni commerciali, spiega, abbatteranno la fiducia e con essa gli investimenti e i consumi. Per questo la Bce prosegue il suo percorso di tagli, ma resta pronta ad ogni scenario. Perché non è detto che portare i tassi vicini al 2%, ovvero al famoso tasso neutrale che non allenta né restringe il credito, sia attualmente lo strumento che funziona meglio.

Il concetto di tasso neutrale, spiega Lagarde, “funziona per un mondo senza shock”, ovvero decisamente non in questa fase storica. Quindi la Bce ha deciso di puntare su due caratteristiche della sua politica monetaria: prontezza e agilità. Con la prima, sarà in grado di valutare ogni cambiamento nei dati che arriveranno nelle prossime settimane, con la seconda, riuscirà a prendere rapidamente la decisione più appropriata. Non è detto che siano per forza ulteriori tagli perché, ad esempio, non è ancora chiaro l’impatto che eventuali dazi avranno sull’inflazione. Le variabili sono talmente tante che è impossibile prevedere scenari solidi. “Non c’è un momento migliore per restare dipendenti dai dati”, ha detto la presidente.

La preoccupazione non è solo della Bce. Il Fondo monetario internazionale già è pronto a tagliare le nuove stime di crescita la settimana prossima: ci saranno “notevoli” revisioni al ribasso “ma non una recessione”, ha detto la direttrice del Fmi, Kristalina Georgieva. E “più l’incertezza è prolungata” più i costi saranno elevati, ha detto, invitando a fare attenzione al fatto che le “percezioni negative possono influenzare l’economia”.

Copyright © 2025 ANSA. All rights reserved.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link