Riflettori accesi sui mercati anche la prossima settimana, mentre tensioni geopolitiche, incertezze economiche, minacce tariffarie e conflitti in corso continuano a generare volatilità finanziaria.
Il presidente USA resta il protagonista assoluto delle sorti economiche e politiche della prima potenza globale e del mondo intero. Tra il “tira e molla” sui dazi, il contrastato rapporto con la Cina, l’ambiguo ruolo nella definizione di un piano di pace tra Russia e Ucraina, il tycoon è il fattore che più di altri può scuotere Borse e non solo.
L’ultima questione emersa riguarda la Fed e, soprattutto, la presidenza Powell. “Se avessimo un presidente della Fed che capisse il fatto suo, anche i tassi di interesse scenderebbero”, ha detto Trump.
L’inquilino dell Casa Bianca sostiene da tempo che la banca centrale, che definisce la politica monetaria degli Stati Uniti, dovrebbe ridurre i tassi di interesse. I suoi ultimi commenti giungono mentre l’amministrazione Trump intensifica i suoi attacchi a Powell.
Il consigliere economico della Casa Bianca, Kevin Hassett, ha dichiarato venerdì 18 aprile che Trump e il suo team stanno valutando se rimuovere il presidente della Fed. Powell ha già dichiarato in precedenza di non poter essere licenziato per legge e di voler rimanere in carica fino alla fine del suo mandato di presidente, nel maggio 2026.
In questo teso contesto c’è spazio anche per le mosse della Cina, le trimestrali, gli indici PMI. Cosa sta per accadere nei mercati? Tutti gli eventi economici da monitorare la prossima settimana.
Cina, allentamento tassi in vista?
La Cina fissa i suoi tassi di interesse di riferimento sui prestiti lunedì 21 aprile, in un momento in cui gli investitori si preparano a un ulteriore allentamento monetario da parte di Pechino.
Il dragone potrebbe, così, dare un segnale di compensazione degli effetti negativi derivanti dai pesanti dazi statunitensi sulla seconda economia più grande del mondo.
Alcuni analisti prevedono una riduzione dei tassi preferenziali sui prestiti a uno e cinque anni, che segnerebbe il primo taglio da parte della Banca Popolare Cinese da ottobre dell’anno scorso.
I dazi tra Stati Uniti e Cina hanno ormai raggiunto livelli esorbitanti, superiori al 100%, e alcune banche stanno già tagliando le loro previsioni della crescita cinese, a dimostrazione che la guerra commerciale presenterà il suo conto.
Occhio ai PMI
Gli indici PMI flash di aprile, pubblicati mercoledì 23, dovrebbero dare ai mercati un’idea di un primo impatto del caos tariffario di Trump.
Il presidente USA ha rinviato i dazi reciproci, ma è attiva un’imposta diffusa del 10% sulle importazioni. I prezzi di input delle aziende statunitensi erano già sotto pressione prima delle ultime misure; l’indice PMI dei servizi del Canada aveva toccato il minimo degli ultimi cinque anni.
Secondo alcuni analisti interpellati da Reuters, la situazione può ancora peggiorare.
Il numero chiave da tenere d’occhio è l’indice PMI dei prezzi di input del settore manifatturiero statunitense, che S&P Global, che elabora i dati, definisce come il primo punto di riferimento per l’impatto inflazionistico dei dazi. A marzo era già salito bruscamente, segnalando il tasso più rapido di aumento dei prezzi di input per le aziende statunitensi in quasi due anni.
Gli operatori di mercato prevedono almeno tre tagli dei tassi negli Stati Uniti quest’anno, ma alcune banche sono scettiche sulla possibilità di una prossima riduzione, dati i rischi di inflazione.
Quali segnali dalle trimestrali?
Una serie di utili trimestrali nella prossima settimana, guidati da Tesla e Alphabet (Google) potrebbe far luce sul modo in cui le aziende statunitensi si stanno confrontando con un panorama commerciale in continua evoluzione.
Alphabetè la prima delle “Magnifiche Sette” a pubblicare i risultati trimestrali, con i titoli growth a mega-cap sotto pressione. Anche la spesa legata all’intelligenza artificiale sarà al centro dell’attenzione, mentre Tesla, le cui azioni sono state particolarmente colpite nel 2025, è sotto i riflettori a causa degli stretti legami di Musk con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Gli investitori cercheranno informazioni dai dirigenti sulle conseguenze dei dazi, con report attesi da importanti aziende tra cui 3M, Boeing, IBM, Merck, Intel, Procter & Gamble. United Airlines ha lanciato l’allarme martedì, avvisando dei rischi al ribasso per le sue prospettive finanziarie qualora l’economia statunitense dovesse scivolare in recessione, un segnale delle sfide che le aziende si trovano ad affrontare.
Dazi USA, cosa accadrà?
Gli investitori attendono con una calma carica di inquietudine la prossima mossa sui dazi, nella speranza che il peggio della crisi provocata dalle tariffe di Trump sia passato.
Come notato dagli analisti su Reuters, “le azioni di Wall Street si sono riprese dai minimi di oltre un anno, gli spread delle obbligazioni societarie sono tornati a crescere (un po’) e i segnali di disfunzione nel mercato dei titoli del Tesoro da 29 trilioni di dollari si sono attenuati dopo una pausa nei dazi più ingenti. Trump sta valutando la possibilità di modificare le tariffe sulle auto”.
Tuttavia, la fiducia è ormai scossa e l’attenzione resta tutta rivolta a Washington, soprattutto perché permangono tariffe aggressive contro la Cina e persistono i timori sulla crescita.
Il dollaro si sta ancora dirigendo verso il suo peggior mese dal 2022 e gli investitori globali hanno ridotto le azioni statunitensi in modo record negli ultimi due mesi, afferma Bank of America. Deutsche Bank ritiene che un cambiamento prolungato nell’allocazione degli investitori esteri potrebbe generare “enormi flussi negativi di dollari”.
I mercati raramente si muovono in linea retta, ma quando si instaura una tendenza, è difficile invertirla rapidamente.
FMI e Banca Mondiale in riunione
I funzionari finanziari si dirigono a Washington per la riunione primaverile del FMI e della Banca Mondiale.
La crescita dell’occupazione è al centro dell’agenda. Ma non c’è dubbio che le tensioni commerciali e le fosche prospettive economiche saranno sotto i riflettori, con ministri delle finanze e governatori delle banche centrali di tutto il mondo che si contenderanno un incontro con l’amministrazione Trump.
Potrebbero anche diventare più chiari i contorni di come Trump vede il futuro ruolo di Washington e la sua cooperazione con le istituzioni di Bretton Woods, come il FMI e la Banca Mondiale.
Tra i punti più importanti in agenda c’è il rapporto sulle prospettive economiche globali del Fondo, che verrà pubblicato martedì. La direttrice generale del FMI Kristalina Georgieva ha già segnalato che i dazi statunitensi su larga scala rappresentano un “rischio significativo”, invitando Washington e i suoi partner commerciali a lavorare in modo costruttivo per ridurre le tensioni.
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