La sicurezza sul lavoro torna al centro dell’attenzione dopo la sospensione, pochi giorni fa, di due cantieri edili a causa di gravi violazioni e presenza di lavoratori in nero. Un tema, quello della tutela dei lavoratori, che continua a sollevare preoccupazioni e interrogativi: servono più controlli? Più formazione? Oppure si tratta di una questione di responsabilità da parte delle imprese?
Francesco, consulente del lavoro, mette in chiaro la distinzione tra le due grandi problematiche: “Intanto bisogna distinguere le due problematiche: quella degli infortuni e quindi della sicurezza sul lavoro con quella dei lavoratori in nero, che infine si ricongiungono. Se un lavoratore è in nero, è chiaro che non ha formazione sulla sicurezza. Un dipendente formato sa come prevenire gli infortuni e, nei casi più gravi, anche come evitare tragedie. È una questione di legalità: le imprese devono sapere che non si possono utilizzare persone in nero, e i lavoratori devono avere la forza di dire no”.
Daniela, invece, insiste sulla necessità di controlli e strumenti adeguati: “Ci vorrebbero molti più controlli nelle aziende e corsi di formazione obbligatori. Le morti sul lavoro sono molto più frequenti di quanto si immagini. Gli incidenti si possono e si devono prevenire anche grazie alle tecnologie. Lo Stato deve fare la sua parte nel tutelare il lavoratore e sostenere le aziende che investono in sicurezza”.
Per Niccolò, il sistema stesso va rivisto: “Il tema della sicurezza è importante e delicato. Viviamo in un mondo che cambia velocemente, servono strumenti aggiornati per tutelare i dipendenti. Lo Stato dovrebbe aiutare le aziende a investire in formazione e sicurezza. Anche i lavoratori devono stare attenti: quando fai lo stesso lavoro da anni, il rischio è abbassare la guardia, ed è lì che accadono gli incidenti.”
Infine, Ruggero punta il dito sulla responsabilità delle imprese: “Sono prima di tutto le aziende che devono assumersi le proprie responsabilità. È vero che i lavoratori spesso accettano di lavorare in nero per necessità, ma lo Stato dovrebbe trovare modi più efficaci per controllare queste dinamiche. Anche se è difficile monitorare ogni singola realtà, non possiamo continuare a far finta di niente.”
In un contesto in cui la sicurezza dovrebbe essere una priorità assoluta, vi è la necessità sempre più urgente di interventi concreti e condivisi. Che si tratti di formazione, controlli o responsabilità etica da parte delle imprese, l’obiettivo resta lo stesso: tutelare la vita e la dignità dei lavoratori.
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