Agricoltura sarda, Tore Piana: “Senza semplificazione burocratica il settore è destinato al collasso”.


In Sardegna il destino dell’agricoltura e dell’allevamento sembra sempre più segnato, stretto tra una burocrazia asfissiante e un sistema organizzativo considerato ormai obsoleto. A lanciare l’allarme è Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli.

Secondo Piana, il settore è ormai giunto a un bivio: o si attua una radicale revisione delle norme che regolano l’attività agricola, semplificando procedure e riducendo i tempi della macchina amministrativa, oppure migliaia di aziende saranno costrette a chiudere, con conseguenze drammatiche sul tessuto economico e sociale dell’Isola.

Ridefinire ruoli e competenze delle principali Agenzie regionali non è più rimandabile. In particolare, Laore dovrebbe tornare a occuparsi esclusivamente di supporto tecnico, mentre ad Argea dovrebbe lavorare sulle pratiche relative agli aiuti agricoli.

Tra le principali proposte emergono, ancora, la necessità di ridurre la mole documentale richiesta agli agricoltori, rendere più chiari e accessibili i bandi, digitalizzare le pratiche amministrative senza però penalizzare le zone rurali prive di infrastrutture tecnologiche, e rendere la firma digitale una possibilità, non un obbligo. Si chiede inoltre maggiore trasparenza e tempestività nelle comunicazioni da parte degli enti pubblici, spesso accusati di non rispondere nemmeno alle PEC.

La strategia suggerita prevede anche il coinvolgimento diretto degli agricoltori nell’elaborazione delle politiche agricole, una più ampia diffusione della formazione tecnica e consulenziale attraverso la misura 2 del PSR, e un sostegno economico mirato alla digitalizzazione. A tutto questo si aggiunge la richiesta di rafforzare il dialogo con le associazioni di categoria attive in Sardegna, per garantire che le soluzioni adottate siano realmente condivise ed efficaci. Un aspetto, però, critico vista l’allergia verso la co-programmazione degli interventi anche di questa maggioranza regionale.

“O si cambia, o si chiude”, ammonisce Tore Piana.



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