Secondo un report Crif-Cribis, nel primo trimestre dell’anno ci sono state 2.341 liquidazioni giudiziali. Il numero più alto è in Lombardia, che ha registrato 480 procedure, seguita da Lazio ed Emilia-Romagna. Il commercio è il settore più colpito
Aumenta il numero delle imprese che chiudono i battenti in Italia. Lo segnala un report Cribis, società del gruppo Crif specializzata in informazioni e analisi commerciali, che nel primo trimestre del 2025 ha registrato 2.341 liquidazioni giudiziali, segnando un incremento dell’11,3% rispetto allo stesso periodo del 2024, quando se ne contavano 2.104. L’impennata è attribuita al ritorno alla normalità dopo la pandemia, quando misure straordinarie erano state messe a disposizione delle aziende per far fronte all’incertezza commerciale. Secondo l’analisi, il ritorno al regolare ciclo economico ha riportato alla luce le fragilità strutturali delle imprese italiane, con un dato a conferma ulteriore: le liquidazioni oggi sono aumentate del 22,4% rispetto al primo trimestre 2022, quando le sovvenzioni straordinarie erano ancora in vigore.
In Lombardia il numero più alto di liquidazioni
È in Lombardia che si concentra il più alto numero di casi di liquidazione, per un totale di 480, il 20,5% del totale nazionale. Seguono il Lazio con 337 procedure, l’Emilia-Romagna con 208, il Veneto con 192 e la Campania con 183 liquidazioni. All’estremo opposto si collocano regioni con numeri più contenuti: la Valle d’Aosta conta 2 casi, il Molise 4, mentre Trentino-Alto Adige e Basilicata registrano 10 liquidazioni ciascuna. Questa distribuzione geografica riflette non solo la densità imprenditoriale dei territori ma anche le diverse capacità delle economie locali di fronte alle crisi.
Commercio e servizi sono i settori più colpiti
Se si guarda ai settori più in difficoltà, il commercio si conferma il comparto più vulnerabile con 713 liquidazioni (oltre il 32% del totale nazionale). Le difficoltà del comparto sono state accentuate dai cambiamenti nelle abitudini di consumo e dall’aumento dei costi operativi per gli scambi. Al secondo posto si colloca il settore dei servizi con 555 casi di liquidazione giudiziale, seguito dall’edilizia con 493 e dall’Industria con 373 procedure. «L’aumento delle liquidazioni giudiziali nei primi tre mesi del 2025 riflette il perdurare delle tensioni economiche sulle imprese – ha spiegato Marco Preti, amministratore delegato di Cribis -, legato a fattori sia strutturali che congiunturali, come l’accesso al credito, i costi energetici e l’instabilità geopolitica, che soprattutto negli ultimi mesi, dall’insediamento alla presidenza di Trump, ha alimentato l’incertezza per le aziende». Per Preti, la sopravvivenza delle imprese dipenderà dalla loro capacità di adattarsi e reagire a un contesto che complesso, che oggi risente anche delle incertezze dovute ai dazi.
28 aprile 2025
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