In un contesto economico già complesso, il settore florovivaistico della provincia di Torino si trova a fronteggiare sfide sempre più impegnative. Le ondate di maltempo che hanno colpito la regione non solo minacciano la produzione agricola, ma mettono in difficoltà anche un comparto che vale circa 300 milioni di euro, coinvolgendo 470 aziende e circa 730 addetti.
Il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici, ha evidenziato come il settore florovivaistico sia particolarmente vulnerabile alle condizioni climatiche dei primi mesi di primavera. “Il bel tempo spinge l’acquisto di fiori e piantine da balcone e da giardino proprio per godere delle fioriture”, afferma Mecca Cici. Tuttavia, una primavera piovosa e fredda può prolungare il periodo di fioritura, lasciando molte piante invendute. Questo fenomeno non solo riduce le vendite, ma può anche compromettere l’intera stagione produttiva.
Oltre alle incertezze meteorologiche, le aziende florovivaistiche devono fare i conti con l’aumento dei costi di produzione. L’estrazione della torba, fondamentale per i terricci da vaso, è sempre più limitata nei Paesi del Nord, rendendo questo materiale più costoso. Anche i prezzi dei teli plastici, dei vasi e dei supporti per il trasporto sono in crescita, così come i costi del personale e del riscaldamento delle serre. Questi fattori mettono ulteriormente sotto pressione le imprese, già provate dalle difficoltà climatiche.
Tuttavia, dal fronte normativo arriva una notizia positiva. Grazie all’azione di Coldiretti e Filiera Italia, è stata ottenuta l’esenzione dal Contributo Ambientale CONAI (CAC) per i vasi da florovivaismo impiegati nel ciclo produttivo. Carlo Loffreda, direttore di Coldiretti Torino, spiega che nel nuovo Regolamento UE 2025/40 sugli imballaggi, i vasi non sono più considerati imballaggi, ma beni strumentali alla coltivazione. Questa esenzione rappresenta un risparmio significativo per le aziende, che possono così ridurre i costi operativi.
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